Zampetti, protagonista di un docufilm
«Prima vendevo appartamentini a Como, la mia famiglia è umilissima»
Dal bilocale nel profondo Comasco a 100 milioni di lire al bilocale in Corso Magenta a Milano a 1,6 milioni di euro. Da due milioni di lire al metro quadrato a 22 mila euro al metro quadrato. Sta anche in questi numeri l’ascesa (immobiliare) di Fabrizio Zampetti. Profilo dandy, giacche ricercate, cartonati sparsi in città, un claim altisonante in bella mostra sulle pagine web – «Zampetti non guarda l’orologio, non impegna o vincola il cliente in alcun modo, non demorde mai» -, un team dell’aura glamour, «l’agente immobiliare dei vip» (che poi dei vip non rivela quasi mai i nomi) ha uno stile patinatissimo che a Milano non passa inosservato. E adesso finisce sul grande schermo. Perché, sì: Zampetti diventa protagonista di un docufilm. Autore: lo scrittore e regista Davide Amante. Première: il 14 maggio al Museo della Scienza e della Tecnologia con un’anteprima l’11 al cinema Anteo. Titolo quasi profetico: «Fabrizio Zampetti, nulla accade per caso».
Purché se ne parli
Classe 1971, romano adottato dalla Lombardia (prima Como, poi Milano), «l’agente dei vip» è il primo a puntualizzare e poi scansare le critiche che il suo stile può attirare: «Milano una città meritocratica che premia chi sa fare, sono l’esempio. Se qualcuno non apprezza il modo con il quale mi pongo m’importa poco: purché che se ne parli. Bado solo al parere dei miei clienti…». Ecco, i clienti. L’idea del docufilm arriva da qui. «Davide Amante ha conosciuto la nostra agenzia proprio da cliente, ha visto come lavoriamo, ha conosciuto Fabrizio e ha proposto di raccontare tutto questo: ci abbiamo pensato un po’ e poi abbiamo detto sì. Tra noi c’è sintonia, era la persona giusta per fare ciò che a lungo ci era stato proposto ma non avevamo mai voluto fare», racconta il referente della comunicazione del gruppo Zampetti, Gianluca Piroli. Infatti «Fabrizio lo cercavano e lo cercano le trasmissioni televisive, sono arrivate decine di proposte negli anni». Quelle legate al contesto immobiliare, al trovo-cambio-ristrutturo casa, da sogno o meno, sono sulla cresta dell’onda. E Zampetti il physique du rôle televisivo, effettivamente, ce l’ha. «Ma non era ciò che volevamo comunicare. Il docufilm invece restituisce una storia cominciata da molto lontano». A Roma, per la precisione.
«Era difficile arrivare a fine mese»
«Sono nato a in una famiglia umilissima, quartiere Ardeatino – spiega il neo protagonista del documentario-. Non era facile arrivare alla fine del mese. Mi sono trasferito nel Comasco, a Mozzate, e a 22 anni mi hanno preso in un’agenzia immobiliare. Vendevo bilocali, trilocali a cento milioni di lire». Poi è stato il momento di Milano. Del boom immobiliare. Della clientela di fascia alta: «I miei clienti sono per l’80% italiani, età 40-50 anni. Lavoro tanto con avvocati, nomi dell’alta moda, più di recente della finanza. Ci sono manager, amministratori delegati, magistrati». Aveva fatto notizia a settembre 2023 il bilocale da 1,6 milioni (21.600 mila euro per ognuno dei 75 metri quadrati che lo compongono) pubblicizzato anche sui siti pop di locazione. «Generalmente chi spende tale cifra al metro cerca case più grandi. Eppure – aveva commentato – Zampetti la proposta funziona: le chiamate arrivano soprattutto da chi vuole un pied-à-terre di livello. In poche settimane sono arrivate 17 manifestazioni d’interesse». (Per la cronaca, otto mesi dopo, è stato venduto? Risposta dall’agenzia: «Trattative in atto ma ancora disponibile»).
I clienti e le referenze
Sul sito della società che del titolare porta il nome si trovano le referenze soddisfatte di (tra gli altri) Lupo Rattazzi e dello showman Stefano De Martino. Bobo Vieri e Marco Borriello sarebbero nel borsino. Nel film – narrazione fuori campo affidata all’attore e doppiatore Roberto Chevalier, già «voce» di John Travolta, Tom Hanks, Tom Cruise – ci saranno le testimonianze di amici, collaboratori, familiari ma anche di chi ha comprato e venduto casa con lui: Federica Formilli Fendi, Francesca Calissoni Bulgari, Alessandro Feroldi. «Ho sempre avuto un debole per quegli uomini e quelle donne che hanno raggiunto ciò che sono da soli – spiega il regista -. Hanno saputo trasformare gli avvenimenti della vita in opportunità. Fabrizio è uno di loro. E poi è simpatico, un guerriero simpatico non capita tutti i giorni». Il documentario è prodotto dalla Dma di Amante e Zampetti – che conferma di spendere «quasi un milione di euro l’anno in comunicazione, scegliendo una modalità americana: lì ogni annuncio ha il volto del suo referente. È un modo di stare sul mercato che ho fatto mio» – si prepara alla premiere. Una storia visibile (per ora) su invito.